Un evento archeologico di grande importanza al Museo Civico del Palacultura

Importante evento archeologico di grande valore culturale a Modica.

Nel contesto di una mostra che si intitola “DEI ED EROI AL MUSEO CIVICO”, da venerdì 24 gennaio p.v. al Museo Civico “F. L. Belgiorno”, al primo piano del Palazzo della Cultura, sarà  in esposizione una preziosa anfora greca a figure rosse con raffigurata la scena del “Giudizio di Paride”*.

L’ inaugurazione della mostra si terrà  al Museo di Modica alle ore 17.30 a seguito di un convegno al quale parteciperanno  studiosi e archeologi che presenteranno il prezioso vaso e il contesto di rinvenimento.

La preziosa opera fu attribuita al ” Pittore di Modica”.

l vaso fu rinvenuto a Modica nel 1914 e da allora e’ stato conservato al Museo di Siracusa.La mostra archeologica riporta a Modica uno dei capolavori della pittura vascolare della  Sicilia di età  classica.
L’esposizione del reperto a Modica fa parte dei programmi delle attività culturali dell’ Amministrazione  Comunale, dell’ Assessore alla Cultura, Maria Monisteri e dal Sindaco, Ignazio Abbate.

” E’ con grande soddisfazione che annunciamo, dichiarano il sindaco Ignazio Abbate e l’assessore alla Cultura, Maria Monisteri, la presenza al Museo Civico di Modica ” F. L. Belgiorno” di un capolavoro come “Il Giudizio di Paride”, opera di straordinaria bellezza rinvenuta a Modica che arricchisce in modo evidente il già  ricco panorama di tante collezioni archeologiche, storiche, artistiche e della collezione Quasimodo.

Sarà fruibile alla visione un capolavoro che appartiene alla storia della nostra città”.

L’organizzazione dell’evento, la direzione scientifica e l’apparato museografico sono stati approntati dalla Direzione del Museo, dall’Ufficio Beni Culturali  e dai Volontari del Servizio Civile del Museo.

La Mostra è stata autorizzata dal Direttore dei Parco e del Museo archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto,  dall’Assessore Regionale  ai Beni Culturali, ovvero il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci e dal Direttore del Dipartimento Beni Cultuali, Sergio Alessandro.

L’hydria che ritorna a Modica, nel Museo Civico, – ha commentato il Direttore onorario del Museo,   Giovanni Di  Stefano ,- è  un evento per la città e per l’ archeologia iblea.

L’Hydria decorata con una scena figurata con varie divinità, Era, Atena, Afrodite e con altri personaggi (Paride, Ermes) è  un capolavoro della pittura vascolare della fine del V secolo a. CC., inizialmente attribuita al pittore di Medusa e successivamente un pittore che prende il nome della città  di Modica”.

La mostra sarà  allestita con un apparato didattico espositivo.

 

  • IL GIUDIZIO DI PARIDE (Dalla Mitologia Greca)
  • Zeus allestì un banchetto per la celebrazione del matrimonio diPeleo e Teti, futuri genitori di AchilleEris, la dea della discordia, non venne invitata e, irritata per questo oltraggio, raggiunse il luogo del banchetto e gettò una mela d’oro con l’iscrizione “alla più bella”.
  • Le tre dee che la pretesero, scatenando litigi furibondi, furonoEraAtena e Afrodite. Esse parlarono con Zeus per convincerlo a scegliere la più bella tra loro, ma il padre degli dèi, non sapendo a chi consegnarla, stabilì che a decidere chi fosse la più bella non potesse essere che il più bello dei mortali, cioè Paride, inconsapevole principe di Troia, il quale era prediletto dal dio Ares.
  • Ermesfu incaricato di portare le tre dee dal giovane troiano, che ancora viveva tra i pastori e conduceva al pascolo le pecore, e ognuna di loro gli promise una ricompensa in cambio della mela: Atena lo avrebbe reso sapiente e imbattibile in guerra, consentendogli di superare ogni guerriero; Era promise ricchezza e poteri immensi, talché a un suo gesto interi popoli si sarebbero sottomessi, e tanta gloria che il suo nome sarebbe riecheggiato fino alle stelle; Afrodite gli avrebbe concesso l’amore della donna più bella del mondo.
  • Paride favorì quest’ultima, scatenando l’ira delle altre due. La dea dell’amore aiutò quindi Paride a rapireElena, moglie di Menelaore di Sparta, e il fatto fu la causa scatenante della guerra di Troia.

 

 

L’Ufficio Stampa

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