Surrogata e dimessa la consigliera Castello

Approvati a maggioranza i verbali delle sedute precedenti. Question time con quattro interrogazioni e la consigliera Ivana Castello surrogata nella quarta commissione consiliare e puntualmente dimessasi dopo l’elezione.

Presenti sedici consiglieri la seduta, con il sistema della Video Conferenza, si è aperta con un intervento del Presidente Carmela Minioto che introduce il primo punto posto all’ordine del giorno ovvero la lettura e l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti. Si tratta di otto delibere discusse e adottate dal civico consesso dal 6 ottobre al 12 novembre 2020.

I verbali delle sedute precedenti sono votati a maggioranza con dodici favorevoli e tre astenuti.

Il consigliere Marcello Medica comunica al civico consesso che delle persone costrette a casa a motivo dell’emergenza Covid con le famiglie hanno l’esigenza di fare la spesa e ogni altra attività vitale.

Aveva proposto la formazione di un gruppo di volontariato per venir incontro a queste esigenze.

Il sindaco informa che è l’ente a fare fronte alla spesa per queste persone costrette a casa e in difficoltà. Sono poche le famiglie che hanno espresso la necessità di fare la spesa e quando è stato chiesto il Comune ha fatto fronte a questa vitale esigenza facendo intervenire i volontari della Protezione Civile.

Si passa alla question time in cui sono previste quattro interrogazioni: della consigliera Ivana Castello, del consigliere Medica e un quarta a doppia firma dei consiglieri Medica e Agosta

La sessione viene aperta dalla consigliera Ivana Castello ( presentata in data 18 agosto 2020) che illustra la prima interrogazione con la quale si chiedono al Sindaco notizie in ordine al pagamento delle mensilità arretrate al personale IGM.

La somma che l’ente deve è di € 4.300.355,23 oltre IVA per arretrati residuali relativi agli anni 2016, 2017,2018 e 2019. Siamo nell’ordine complessivo dei quattro milioni e ottocentomila euro.

L’interrogante notizia che a questa somma va aggiunto un debito maturato nel maggio scorso di

€ 1.671.089,14 per la somma complessiva del debito sale a € 5.971.444,37, oltre IVA.

La consigliera Castello chiede di sapere se il debito di € 4.300.355,23 è stata inserito nell’elenco del DL 34 del 2020 presentato alla Cassa Depositi e Prestiti per essere pagato; conoscere lo stato dell’arte dell’anticipazione di liquidità richiesta e se è pervenuta al Comune e con quali somme il sindaco intende pagare i cinque mesi residuali di gennaio – maggio 2020 già maturati.

L’interrogante chiede anche come si intende provvedere a liquidare gli stipendi di giugno e luglio 2020 e la quattordicesima mensilità, intanto maturati.

 

Per l’amministrazione risponde il sindaco che sostiene che l’esposizione con IGM per quanto riguarda il 2019 tutto è stato saldato.

Per l’anno in corso è stato eseguito il pagamento a settembre scorso e quindi sono stati pagate nove mensilità che vuole dire essere in regola con i pagamenti. Nella giornata di domani l’IGM pagherà il mese di novembre 2020 e quindi in linea con il contratto atteso che deve anticipare due mesi.

Un acconto di 200 mila euro è stato predisposto dall’ente per spese aggiuntive saranno regolate entro dicembre. Un discorso a parte sono le penali che l’ente ha evidenziato nei confronti dell’IGM che dovranno essere regolate con la ditta nel rapporto di dare/avere. I canoni del contratto, in buona sostanza, sono stati saldati dall’inizio della gestione dell’IGM sino a settembre 2020.

L’interrogante è soddisfatta della risposta e prende atto che tutto è stato saldato.

La seconda interrogazione è illustrata dal consigliere Marcello Medica (presentata il 19 ottobre scorso) ed è relativa ai consumi idrici in odine alle incongruenze, alle inesattezze e disservizi che secondo l’interrogante sarebbero emersi.

Il consigliere Medica dopo una premessa in ordine al merito del contenuto delle fatture recapitate agli utenti chiede di conoscere: i criteri con i quali l’ufficio ha calcolato i consumi per quegli utenti di cui in fattura non si leggono né data, né lettura iniziale e finale del contatore. Conoscere il numero delle utenze idriche per le quali è stata messa fattura con il consumo giustificato dalle date di lettura iniziale e finale congiuntamente ai relativi valori rilevati in contatore; quello con le fatture 2019 che non sono suffragate dalle date di lettura del contatore idrico e quelle non suffragate dai valori di inizio e fine periodo di cui alla fattura nonché il numero di quelle utenze alle quali erroneamente è stata attribuita in fattura la condizione di Uso domestico  non residente e il relativo quadro di fasce di consumo, i cui importi risultano maggiori rispetto a quelli fissati per uso domestico residente.

Poi chiede all’amministrazione e alla PO se hanno conoscenza del fatto che su parte dell’utenza possano caricarsi maggiori aggravi di importo a motivo dell’incertezza delle date di lettura iniziale e finale e sulle conseguenze che ricadono sugli importi relativi connessi ai limiti delle fasce di consumo e quindi conoscere come l’amministrazione, in caso di ravvedimento, quali azioni porrà in essere per porvi rimedio. Allo stesso modo come si intenderà correggere l’ingiustificato aggravio di tassazione per quegli utenti cui è stata erroneamente attribuita la condizione di Uso domestico non residente o per l’utenza che si è attivata comunicando la lettura del proprio contatore rilevandola nel presente lasso temporale e in questo caso come si intende provvedere.

Poi evidenzia il tema del ritardo con cui vengono recapitate le fatture agli utenti ovvero in data prossima o successiva a quella indicata nella fattura stessa come la scadenza del pagamento della prima rata.

Il consigliere Medica, infine, chiede quali correttivi l’amministrazione intendere attuare per rendere totalmente funzionale l’accessibilità ai recapiti telefonici, e-mail e pec dell’ufficio per la segnalazione di incongruenze in fattura da parte dell’utenza in questo periodo particolare di misure anti pandemia.

 

Per l’amministrazione risponde il sindaco sostenendo che è necessario utilizzare i moduli messi a disposizione dell’ente attraverso il sito ufficiale e non affidarsi al fai da te. Ci sono due linee telefoniche che sono a disposizione degli utenti e funziona regolarmente soprattutto l’auto lettura del consumo idrico. Quello che è stato inviato è un saldo della bolletta idrica 2019 e di un servizio che si riferisce al consumo di quell’anno. Sono state fatte 17mila letture di contatori, mentre sei mila non è stato possibile farle in quanto gli incaricati sono stati impossibilitati ad accedere ai contatori e la legge prevede in questo caso, una stima di consumo sulle letture degli anni precedenti o basandosi sul numero del nucleo familiare. Una volta che la bolletta arriva a casa, l’utente fa una verifica e può inviare la lettura corretta via e-mail all’ufficio che è sollecito nella rettifica. La discrasia tra la composizione dei contatori  con le residenze  sono nell’ordine di 3267 utenze (Utenza non residente). Queste bollette, da parte della SIQUEL, saranno rinviate dopo verifica come Utente Residente. Tutti gli errori possono essere rilevati dal cittadino e inviate all’ufficio e quindi saranno rifatte le bollette per consentire una corretta sistemazione del dovuto. L’utente può appoggiarsi ad un parente o ai patronati per un’assistenza soprattutto quelle persone che non sono in condizione di poter intervenire con gli strumenti informatici.

L’interrogante prende atto della risposta e si dichiara soddisfatto della risposta del sindaco.

La terza interrogazione è della consigliera Ivana Castello (presentata il 26 ottobre u.s.) e riguarda la TARI ovvero la conferma delle tariffe 2019 per l’esercizio 2020. Più in particolare l’interrogante si riferisce alla tariffa applicata sulla TARI per gli esercenti di auto carrozzerie, autofficine ed elettrauto, che producono rifiuti speciali, per l’anno in corso che è uguale a quella del 2019 attesa la delibera consiliare approvata nell’ultimo civico consesso.

Sino al 2018 i produttori di rifiuti speciali hanno smaltito pagando, come da legge e da regolamento, ditte private. Nel 2019, valuta l’interrogante, di fatto e non di diritto è stata introdotta una nuova disciplina nel senso che l’ente non ha più esentato coloro che producono esclusivamente rifiuti speciali del relativo costo di gestione e di smaltimento nel senso che gli imprenditori hanno dovuto pagare in toto le ditte private con l’aggiunta di una percentuale al Comune per un servizio non reso.

Prorogando al 2020 il regime TARI del 2019 (delibera approvata dalla maggioranza con il voto negativo dell’opposizione) nei fatti le tre categorie menzionate avevano pagato lo scorso anno il 100 per cento degli oneri di gestione e smaltimento dei rifiuti speciali a ditte private e in più il 30 per cento all’ente senza averne in cambio servizio alcuno. Cosa che si ripeterà sottolinea al Castello anche per quest’anno.

Allora si rende necessario che, così come da legge, i meccanici, i carrozzieri e gli elettrauti sono obbligati per il servizio smaltimento a pagare solo le ditte private che se ne occupano così come aveva disciplinato l’ente sino al 2018. Nel 2019 l’amministrazione ha imposto, in contrasto con la legge nazionale e il regolamento, tramite ordinanza il pagamento di una somma addizionale pari al 30 per cento del costo del servizio di smaltimento calcolato in funzione dell’ampiezza del laboratorio.

Valuta la consigliera Castello che debba essere eliminato questo balzello aggiuntivo come del resto ha chiesto  già in consiglio comunale; che le somme versate in più nel 2019 siano restituite alle imprese interessate.

 

Per l’amministrazione risponde il Sindaco per quanto riguarda la TARI la scelta fatta del 2019 nasce da una interlocuzione avvenuta in un tavolo tecnico con le associazioni di categoria degli artigiani stabilendosi la sottoscrizione di contratti con le ditte specializzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali, e pericolosi. I contratti una volta fatti vanno depositati all’ufficio Ecologia e l’azienda artigiana deve dichiarare ogni mese la quantità prodotta  di rifiuti speciali al fine di operare un calcolo che stabilisca  quello che viene smaltito con le ditte private e quello che deve smaltisce il comune.

Il 30% riguarda aziende che non producono rifiuti industriali e quindi si è decisa una percentuale una tantum sugli spazi che le aziende usano per l’attività e questo  in accordo con le associazioni di categoria. Ci sono aziende che hanno solo comunicato lo smaltimento fatto con le ditte specializzate e non  quello che è a carico dell’utente che deve essere dichiarato al comune (ovvero il carico di rifiuto dell’attività normale e non il residuo industriale), necessario per fare la differenziata. Queste imprese che non dichiarano non avranno i benefici previsti. Dunque quel 30 per cento è un accordo che è nato da un confronto con le associazioni di categorie.

La consigliera Castello ribadisce che le leggi vanno rispettate e non possono essere superate da un accordo tra le parti. Richiede i verbali degli incontri e quindi ne vuole venire in possesso. Al di là degli accordi bisogna tenere conto della legge comunque. Ovvero che chi paga i rifiuti speciali non deve pagare la TARI.  Quindi non si deve far pagare questo 30 per cento. Contrariamente il comune si mette fuori dalla legge.

Il sindaco chiarisce che all’interno dell’attività artigianali  ci sono locali tassabili al 100 per 100 cento e altri non tassabili per lo smaltimento speciale. Il 30 per certo riguarda le aree utilizzate dalle imprese. L’accordo riguarda la individuazione di una percentuale per evitare eccessiva burocrazia sul calcolo complessivo dello smaltimento.

Se c’è da parte della categoria questa esigenza di tornare alla gestione così come era prima non c’è problema su un ulteriore confronto. Questo però comporta una tassazione superiore. Invita le aziende a dichiarare puntualmente all’ufficio Ecologia ogni mese la quota di differenziata prodotta. È necessario che lo facciano.

L’ultima interrogazione porta la firma dei consiglieri Marcello Medica e Filippo Agosta (presentata il 4 dicembre scorso) ed è relativa alle problematiche connesse alle pericolose condizioni della strada comunale San Giuliano Macallè.

La strada presenta delle criticità: ha carreggiata stretta, evidenzia curve pericolose ed è soggetta a possibili frane caduta massi dalla collina sovrastante. La strada serve una zona fortemente abitata con complessi edilizi a usi civile e aziendale che comporta un notevole traffico veicolare, sia leggero che pesante. Nell’interrogazione si fa riferimento al fatto che erano state avviate le procedure espropriative nell’ambito di un progetto di allargamento dell’arteria che potrebbe essere anche utile come via di fuga in caso di calamità per bypassare il ponte di San Giuliano.

L’amministrazione comunale è a conoscenza di queste problematiche da tempo essendosi tenute sull’argomento riunioni e confronti con la presentazione di petizioni di residenti e imprenditori, né, si legge nell’interrogazione, i piccoli interventi effettuati non sono una soluzione al problema.

Atteso il tempo trascorso gli interroganti chiedono di sapere quando si procederà all’inizio dei lavori di allargamento dell’arteria e la sua messa in sicurezza; se le procedure di esproprio sono giunte all’immissione in possesso del Comune o a quale fase si trova l’istruttoria. Nelle more si realizzino i lavori di manutenzione ordinaria e il potenziamento della segnaletica orizzontale e verticale limitando il traffico solo ai residenti e agli operatori economici che ivi operano.

 

Per l’amministrazione risponde l’assessore Giorgio Belluardo dove c’era un progetto portato avanti dalla Protezione Civile regionale per un via di fuga per allargare la strada e metterla in sicurezza. Questo elaborato l’amministrazione l’ha trovato in una fase avanzata e la Protezione Civile regionale lo ha bloccato e non lo ha più finanziato. Sono stati fatti incontri con i residenti del luogo e l’amministrazione è intervenuta con una manutenzione ordinaria facendo interventi urgenti sul ciglio stradale, sugli alberi che invadevano la carreggiata. Questi lavori sono stati iniziati dopo il lock down di aprile però questi necessitano di un completamento, ma si è temporeggiato per alcuni rilievi della Soprintendenza. Più tratti sono stati messi in sicurezza e altri da completare e comunque dove si potrà intervenire lo si farà con le manutenzioni necessarie. Sul progetto di via di fuga l’amministrazione chiederà alla Protezione Civile regionale si rimetterlo in pista, rifinanziandolo.

L’interrogante invita l’assessore di essere sempre attivo verificando la possibilità di completare i lavori per assicurare sicurezza per i cittadini e riproporre alla Protezione Civile di riavviare il progetto.

Si passa alla surroga del consigliere dimissionario in seno alla quarta commissione consiliare permanente.

Quindici consiglieri votanti. Ottengono voti: Castello otto, Covato Piero uno, Marcello Medica uno, Massimo Caruso uno, quattro schede bianche.

La consigliera Ivana Castello risulta eletta a componente della IV commissione consiliare.

La consigliera Ivana Castello dichiara di dimettersi dalla quarta commissione consiliare.

La delibera di surroga e di presa d’atto delle dimissioni viene approvata con quattordici voti favorevoli e un astenuto.

La delibera viene dotata della immediata esecutività con quattordici voti favorevoli e un astenuto.

Esaurito l’ordine del giorno la seduta viene sciolta dal Presidente del Consiglio comunale.

 

 

L’Ufficio Stampa

 

P.S. Comunicato stampa del consiglio comunale del 17 dicembre 2020 redatto con il sistema della Video Conferenza  dall’ora 19,05  sino all’ ora 20.12 .

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